Sentimenti fritti

Scrivo dopo tanti giorni, tanti giorni pensierosi e hallowenieschi. Un po’ ne sono contenta, dopotutto questi giorni mi sono guadagnata un Ipod nuovo di zecca, e a meno di 24 ore dall’acquisto quello vecchio, che è moooooooolto più bello di quello nuovo, ha misteriosamente ripreso a funzionare (questo mi ha turbato: lo davo per morto, invece dev’essere stato proprio qualche morto che si è posseduto del mio aggeggio tecnologico, ridandogli vita); ho inziato a leggere un romanzo di Amanda Filipacchi che mi fa morire dal ridere, mi è venuta un’idea strepitosa per un nuovo romanzo, e tutto senza aver mangiato un solo grammo di zucca.

Io odio la zucca. Non mangio mai la zucca, io.Non penserete mica che sia una di quelle che ingurgitano di tutto eccetto che i vegetali, spero. No. Io sono molto brava a dedicare anima e corpo alle diete scrupolose e piene zeppe di verde, con insalata di spinaci freschi per antipasto e zuppa di carote per primo, asparagi lessi per secondo e finocchi crudi per contorno. Ma poi mi stufo, alle due mi viene un buco allo stomaco e incomincio a fare una delle seguenti cose: pensare o ingurgitare di tutto eccetto che i vegetali. Tradotto: toast.

Confetti, a volte. Il mio lavoro me lo permette.

Nel caso in cui dovessi invece optare per “pensare”, la situazione si risolve in modo molto più tragico. Vi do un’idea.

Mi rinchiudo in camera. Prendo l’iPod e comincio ad ascoltare Bryan Adams, Mango, Nino D’Angelo, Ramazzotti e tutto quanto ciò che richiede un grosso dispendio di energia lacrimali. Insomma: divento una fontana vagante, rinchiusa dentro quattro mura, tappezzate di armadio, quadri e scaffali con romanzi. E foto. Tante foto.

A quel punto mi viene in mente che se sostituissi i miei pasti con questi momenti di pensieri (della serie: se gli avessi detto così anzichè cosà, se fossi andata anzichè starmente a casa, se fossi rimasta a casa anzichè andare e via dicendo), avrei probabilmente una taglia in meno. Non che la M di Terranova mi dispiaccia, trovo sempre tutto, jeans compresi. Ma insomma, voglio dire, sai che differenza andare con il Tipo a mangiare fuori e potersi permettere qualche succulento piatto senza sensi di colpa anzichè stare lì ad assaggiare il risotto col pensiero “oddio, domani devo andare da Terranova e dovrò cercare dei jeans taglia L!!!), e questo non perchè me ne vergognerei, meglio avere un corpo che non avere un cervello perchè lo si è smaltito nel periodo di digiuno (che paraculo che sono cazzo, dopotutto cosa ne so, io mica ne ho uno), ma perchè tutte noi donne siamo intimidite dallo shopping “oltre” la nostra normale taglia. Perchè ingrassare ci spaventa così tanto? Ci spaventa più del nostro ragazzo che va sempre in quel bar dove c’è quella troietta che lo guarda con gli occhi maliziosi, più del conto in banca che va in rosso, più di Uomini e Donne che finisce, più dell’offerta dell’anticellulite che è finita l’altro giorno. Perchè?

Io mi ci metto in mezzo, e sto seriamente pensando di rinchiudermi in camera a pensare a cosa diamine potrei fare per riaccaparrarmi una certa “cosa”….Ma poi mi viene fame.